Polmonite ricorrente

Polmonite ricorrente

Si presenta nello studio un signore di 65 anni che apparentemente gode di buona salute, ma che negli ultimi sei anni ha subìto tre ricoveri ospedalieri per curare delle polmoniti ricorrenti.

I medici che lo avevano preso in cura lo avevano trattato con antibiotici e cortisone, in dosi sempre più elevate, per cercare di eliminare i batteri che, a loro parere,  dovevano essere la causa della malattia.

Nel frattempo, dalle analisi cliniche risultava che anche il fegato ed i reni iniziavano a mostrare segni di malfunzionamento con valore alterati. Il Paziente, inoltre, dopo l’ultimo ricovero, manifestava una sintomatologia ormai cronica di catarro bronchiale, che ne limitava la respirazione, costringendolo ad astenersi da qualsiasi attività sportiva; lui che, durante la vita, aveva sempre praticato sport, a volte anche estremo.

Inoltre, questa situazione aveva reso difficile la sua vita di relazione, che era poi  sfociata nella separazione dalla moglie, nonché evidenziato delle pesanti problematiche con i due figli, i quali si erano schierati con la madre, accusandolo di essere stato un padre assente. Anche nel lavoro vi erano delle ripercussioni, ed essendo titolare di un avviato studio di consulenza aziendale, aveva grossi problemi con i dipendenti che non collaboravano come avrebbero dovuto. I medici pneumologi ospedalieri avevano consigliato come ultima possibile soluzione terapeutica, un nuovo protocollo che prevedeva diciotto mesi consecutivi di terapia antibiotica.

Iniziamo subito il check-up con lo SCIO/QUEST9, il quale evidenzia un alto grado di intossicazione cellulare che impedisce all’organismo di eliminare le tossine, sia derivate dalle pregresse terapie, sia dallo stile di vita non armonico del paziente.

Inoltre, viene scoperta una serie di traumi psicofisici, che con la morte prematura della madre avvenuta sei anni prima, aveva innescato la prima polmonite. Traumi che, non essendo stati riconosciuti, e quindi non risolti, avevano successivamente rislatentizzato le altre due polmoniti, soprattutto la terza in concomitanza con la separazione dalla moglie.

Nella stessa prima seduta viene, perciò, effettuato il riequilibrio energetico del paziente, e gli vengono prescritti i rimedi omeopatici di supporto da assumere fino alla prossima visita, fissata trenta giorni dopo. Due settimane dopo il paziente ci contatta telefonicamente per comunicarci che tre giorni prima, durante la notte, aveva avuto una forte sudorazione e la mattina successiva non aveva più catarro e respirava benissimo. A tutt’oggi, dopo altre due visite, i parametri elettrofisiologici si sono normalizzati ed i polmoni funzionano perfettamente.

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